Non è facile ricordare come merita un amico come il professor Gianni Abbate in questi tempi così grevi e tristi dominati dalla ossessione per il contagio.
La sua ricca eredità è radicata così in profondità nella memoria di tutti coloro che lo hanno conosciuto e hanno avuto il piacere di essergli amici da non poter essere, però, facilmente dimenticata.
Egli è stato un grande intellettuale e un uomo di cultura prestato, è utile ribadirlo in tempi in cui le istituzioni sono in crisi alla vita attiva con le caratteristiche del manager scolastico moderno.
Soleva ripetere, negli incontri pubblici e privati, che al suo arrivo nel 1985 il Liceo Classico Balbo contava solo 7 classi e che negli ultimi anni di presidenza la scuola ebbe picchi di classi fino a 65 con più di 1400 studenti.
Si deve al nuovo Preside e alla lungimiranza di alcuni suoi ottimi collaboratori l’attivazione di una delle prime sperimentazioni nazionali del Liceo Linguistico, oggi una delle punte di diamante del sistema scolastico casalese e dei Licei Socio-Psico-Pedagogico e Sociale, attuali Licei delle Scienze Umane che hanno rilanciato a pieno titolo gli studi presso l’ex Istituto Magistrale Lanza.
Non si può, però anche non ricordare la promozione presso il Liceo Palli del premio “Osta” dedicato allo studio delle lingue moderne dell’Inglese e del Tedesco oggi ancora in piena attività e la grande feconda stagione del premio “Bruno Negri” e della rivista “Alexandria” con la presenza a Casale di personalità di caratura nazionale.
Ma l’aspetto ancora più ricco e caratterizzante di Gianni Abbate in ambito scolastico, altri scriveranno del suo impegno civile e politico nella nostra città, è stata la sua “professione” di intellettuale e di uomo di cultura.
In gioventù aveva pubblicato alcuni fortunati volumi da Marietti su Ovidio e gli Elegiaci Latini, ma furono soprattutto sua la oralità e la sua straordinaria carica affabulatoria a fare di lui il “conferenziere” per eccellenza della nostra città. Difensore strenuo della “necessità dell’inutile” rappresentata dagli studi classici, la sua militanza per la bellezza e la ricchezza della cultura greco-latina, si accompagnò sempre alla apertura intelligente e moderna ai saperi critici e alla opportunità per la scuola di respirare con i due polmoni del pensiero scientifico e di quello umanistico.
I suoi ultimi discorsi in pubblico, ricordo ancora con enorme emozione quello al Balbo per i 200 anni de ”l’Infinito” di Giacomo Leopardi o la serata con il Vescovo Catella e il Sindaco Palazzetti nel centenario di Dante in un Duomo gremito in tutte le sue parti dopo la straordinaria piece de “ Il Collettivo Teatrale” diretto da Graziano Menegazzo, erano momenti di vera e propria esaltazione della vocazione intellettuale di chi ascoltava e ammirava in lui qualche cosa che è e rimane unico nel suo genere.
Questa eredità e professione del valore della cultura risultano essere per noi la consegna più forte e il contenuto simbolico più evidente del magistero del Preside Giovanni Abbate.
La fotografia di Gianni con Massimo Cacciari che è stata diffusa in questi giorni ci ha fatto tornare, poi, alla mente il discorso magistrale che il professore veneziano ha pronunciato quando, con Giovanni Reale ha visitato il nostro liceo. È una riflessione che ben si attaglia allo stile comunicativo del preside Abbate.” I classici, – disse con parole elevate e forti Cacciari – non forniscono facili risposte ai problemi del presente, ma sanno aiutarci a continuare a porre autentiche domande per cercare nella complessità alcune risposte per il nostro futuro”.
Ciò che ha sempre caratterizzato Giovanni Abbate è stata proprio la capacità di essere tenacemente fedele alla tradizione degli studi filologici greco-latini e contemporaneamente aperto alla modernità. Perché la tradizione, “le radici” sono sterili se non si è capaci di fare domande, di esercitare il pensiero critico, di porre in modo dialettico la questione del rapporto tra il passato il presente e il futuro. Se è straordinario sentire un legame radicale con ciò da cui proveniamo, il cammino dell’uomo richiede un cambiamento sistematico. Ritornare ai classici, leggere e fare memoria del passato è un continuo, nuovo evento!
Vogliamo essere fedeli a questa consegna e continuare a testimoniare, altresì, le doti di ascolto, di accoglienza, di mediazione, di ricerca del bene comune del professor Gianni Abbate.
Era un uomo che ha sempre scommesso sui giovani e su una forte alleanza tra le generazioni all’insegna dell’entusiasmo e dell’esperienza.
Ci impegniamo a non dilapidare questo straordinario patrimonio e a fare sempre del Balbo una scuola dove la bellezza, ricchezza e fecondità della cultura e delle culture si incontrino all’insegna di una visione del mondo e della realtà ispirata, come sempre egli soleva sottolineare, al rispetto e alla convivenza tra le diverse sensibilità e i diversi modi di pensare.
E che il motto da lui coniato per le attività di orientamento: “studia, ama vivi” rimanga a rappresentare un debito di memoria e di riconoscenza per tutti coloro che oggi e in futuro avranno la gioia di abitare gli spazi del Balbo-Lanza come alunni e persone innamorate della scuola e del rigore dello studio.
Riccardo Calvo – Dirigente scolastico Liceo Balbo