CASALE – La comunità salesiana del Valentino in lutto per la morte del parroco don Roberto Gualdoni, 67 anni, mancato giovedì della scorsa settimana all’ospedale Santo Spirito. Da circa un anno combatteva contro una grave malattia. È tradizione, come salesiani di don Bosco, tracciare un breve profilo dei confratelli in occasione del loro saluto terreno. Don Roberto Gualdoni nasce a Inveruno, in provincia di Milano, il 26 ottobre 1951 da papà Carlo e mamma Enrica Garavaglia. È il primo di due fratelli; dopo di lui arriva Fiorenzo, del 1958, sposato con Mariagrazia e le nipoti Lara e Valentina. Roberto è ancora un ragazzo quando lascia casa: a 11 anni entra nella casa salesiana di Ivrea dove frequenta le medie e il ginnasio. Qui conosce meglio don Bosco e nasce il lui il desiderio di consacrarsi al Signore. Chiede di entrare tra i salesiani e vive il suo anno di noviziato a Pinerolo dall’agosto del 1968 al 1969. Il 16 agosto 1969, giorno del compleanno di don Bosco, nella casa madre di Valdocco emette i voti di obbedienza, povertà e castità e con la prima professione religiosa entra a far parte dei salesiani di don Bosco. Dal 1969 al 1972 è nella casa di Foglizzo per il post-noviziato e per continuare i suoi studi. Dal 1972 al 1974 per due anni è nuovamente ad Ivrea per il tirocinio pratico tra i ragazzi. Dal 1974 al 1979 è presso lo studentato internazionale della Crocetta di Torino per gli studi di teologia. Sono gli anni delle scelte importanti e definitive: il 24 settembre 1975 emette la professione perpetua (a Roma – Pisana): è il suo SI al Signore per sempre; il 9 dicembre 1978 è ordinato diacono e il 13 ottobre 1979 è ordinato sacerdote a Rivoli – Cascine Vica, casa dove svolgeva il servizio pastorale durante gli studi, dove tornerà e alla quale rimarrà molto legato. Dopo l’ordinazione inizia il suo ministero sacerdotale nella casa salesiana di Pinerolo come socio del maestro e assistente dei novizi. Dal 1980 al ’81 è assistente e insegnate a Foglizzo. Nel 1981 inizia una fase della vita di don Roberto a cui lui era molto affezionato: la stagione dell’oratorio e dell’insegnamento, il tempo totalmente donato ai ragazzi. Dal 1981 al 1988 è al Reba, Parrocchia san Giuseppe Lavoratore, come addetto all’oratorio e insegnante di religione nelle scuole pubbliche. Dal 1988 al 2001 ritorna nella casa dell’ordinazione sacerdotale come incaricato dell’oratorio di Rivoli Cascine Vica e insegnante di religione. Sono gli anni della passione per la catechesi e per l’insegnamento: don Roberto prende sul serio lo studio e l’approfondimento del cristianesimo e dei fondamenti della fede, aiutato dall’essere nella casa del Centro Salesiano Catechistico e dal confronto con i pionieri della “crociata catechistica” del post-concilio; frequenta corsi, approfondisce, prepara incontri e vive con passione il poter “spiegare il catechismo e i fondamenti della fede”. Passione catechistica che gli rimarrà per sempre. Dal 2001 al 2005 è trasferito a Torino – Parrocchia San Giovanni Bosco (Agnelli), prima come incaricato di oratorio e poi, dal 2003, anche direttore della comunità ed economo. Nel 2005 l’obbedienza lo chiama nella casa di Asti dove è parroco, vicario del direttore e delegato dei salesiani cooperatori. Vi rimarrà 11 anni, fino al 1 settembre 2016 quando arriva a Casale Monferrato come parroco della Basilica del Sacro Cuore di Gesù. Asti e Casale: è questa, per don Roberto, la stagione del pastore maturo. Come parroco si appassiona alla vita parrocchiale: amministrazione dei sacramenti, ben preparati e ben curati, spiegando i vari riti e gesti; catechesi dei ragazzi e catechesi degli adulti, corsi per fidanzati e preparazione ai battesimi. Partecipa volentieri alle iniziative e alla vita della diocesi. Un anno fa per don Roberto inizia il tempo della malattia. I forti dolori all’intestino sono segni di un tumore che lo portano sulla via della croce. Vive con discrezione e serenità la malattia ma anche con tanta umiltà nel riconoscere la sua debolezza e nel chiedere aiuto… sempre condividerà con noi “la fortuna di essere una comunità che condivide e si aiuta”. Un anno di alti e bassi che ha aiutato don Roberto a prendere coscienza della nostra fragilità e a riflettere molto sulla vita eterna: “Ora alcune cose della parola di Dio e della liturgia le vedo e le percepisco in modo diverso. … Una cosa è essere vicino ai malati e al mistero della morte quando si sta bene – diceva – diverso quando si vive la malattia in prima persona e si sa di doversi preparare a fare la volontà del Signore”. La sua situazione di salute era “molto seria” ma sembrava che le cure facessero il suo effetto; dopo la festa di Maria Ausiliatrice eravamo fiduciosi riprendendo un altro ciclo di chemioterapia. Poi la situazione ė precipitata in pochi giorni; continua tosse, dolore ai polmoni e alla schiena … il ricovero. Mercoledì mattina, dopo la prima notte passata in ospedale, respirava meglio ed era sereno; abbiamo fatto una lunga chiacchierata… mi ha raccontato dell’esame di coscienza fatto nella notte, mi ha confidato alcune cose… fatto alcune consegne pratiche … gli ho detto che la situazione era grave… era cosciente e sereno… Nel pomeriggio una crisi e poi il lento declino. Con la comunità abbiamo pregato attorno al suo letto e impartito il sacramento dell’unzione degli infermi… affidandolo a Maria Ausiliatrice. Giovedì 11 luglio alle ore 17,45 consegnava il suo spirito nelle mani del Signore a cui aveva donato la sua vita come cristiano, come religioso e come sacerdote: 67 anni, 50 di vita religiosa e 40 anni di sacerdozio. «Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11) …ora le pecore preghino per il suo pastore. Don Roberto è stato pastore buono, maestro sapiente, amico sincero. Ora il Signore gli sussurra: «Vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore» (Mt 25,21)
A te don Roberto chiediamo, da lassù, supplica per noi il Padre, la Madonna e don Bosco di colmare il tuo vuoto con il dono di vocazioni.