TAVIGLIANO – E’ il paese, che adagiato tra i torrenti Sessera e Cervo nelle terre biellesi, ha dato i natali al Vescovo di Casale, mons. Alceste Catella. Ed in quei luoghi domenica scorsa mons. Catella è tornato per celebrare la festa dei suoi 50 anni di sacerdozio. Ha abbracciato ed è stato abbracciato dalla gente di Tavigliano, che al suo figlio diventato ministro della Chiesa ha regalato una giornata di festa, ripercorrendo una storia di ricordi, fede e vocazione, accolto da autorità civili e religiose. Nella luminosa chiesa parrocchiale del paese Mons. Catella ha ricordato i momenti dell’ordinazione in cattedrale avvenuta nel giugno 1966. Ed in quella circostanza “la popolazione di Tavigliano – riportano le cronache su Il Biellese di quei tempi – in segno di simpatia ed ammirazione ha donato a don Catella una macchina per scrivere, i paramenti per la S. Messa ed un calice”.
Quei momenti li ha ricordati, tra emozione e commozione, il Vescovo di Casale sottolineando che “anche un Vescovo ha delle preoccupazioni – raccontano le pagine de Il Biellese di questi giorni – e, a volte, fortunatamente poche, stento a prendere sonno. Sapete che cosa faccio? No, non conto le pecore… Immagino di venire a Tavigliano e percorro idealmente la strada, casa dopo casa, a ricordare vivi e defunti, con i loro volti, nomi e storie”.
E così mons. Catella ha snocciolato aneddotti e momenti che hanno scritto la sua storia personale e sacerdotale, invitando a “guardare al futuro sperando e progettando”. Richiamandosi alle parole di Papa Francesco ha ricordato come “una comunità cristiana è chiamata a non chiudersi in sé stessa, ma ad essere in uscita tra la gente…L’annuncio è per tutti!”. E poi una richiesta personale…”chiedo la preghiera di tutti per essere sempre capace di apertura e di comprendere quello che il Signore vuole”.
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