Racconta Papa Francesco: «En Buenos Aires cuantas mujeres se lamentaban. A Buenos Aires quante madri si lamentavano: “Mio figlio di 30 anni non si sposa, non so cosa fare”. Rispondevo: “Signora smetta di stirargli le camicie”».
La battuta descrive bene la realtà. Come quest’altra: «Corriendo detrás de un like, corriendo detrás de aumentar el número de followers. Inseguendo il like o l’aumento dei followers le persone seguono la proposta della società contemporanea, in una solitudine timorosa dell’impegno, in una ricerca sfrenata di sentirsi riconosciuti». La Chiesa ha bisogno della famiglia e la famiglia della Chiesa.
Alla grande festa delle famiglie e alla veglia di preghiera nel Benjamin Franklin Parkway di Philadelphia si alternano le testimonianze. Gianna Emanuela Beretta Molla parla della sua santa ed eroica mamma che sacrificò la vita pur di non abortire. Bergoglio improvvisa: «Dios es bueno, Dios es bello, Dios es verdad. Dio è buono, Dio è bello, Dio è verità e la famiglia è voluta da Dio. Una società cresce forte, buona, bella e vera se è costruita sul fondamento della famiglia. A Dio piace bussare alle porte delle famiglie: così si crea una società di bontà, verità e bellezza. Difendiamo la famiglia perché è in gioco il nostro futuro».
Tiene un vibrante discorso all’Independence National Historical Park di Philadelphia, luogo di nascita degli Stati Uniti d’America, dove venne proclamata la «Dichiarazione d’indipendenza» la sera di giovedì 4 luglio 1776: «Non scoraggiatevi delle difficoltà e non vergognatevi delle vostre tradizioni. Conserviamo la liberta. Quando un Paese conserva memoria delle proprie radici, cresce, si rinnova e accoglie nel proprio seno nuovi popoli e nuova gente che arriva».
È un Papa che «spiazza» con la forza del Vangelo. Due milioni di persone – raccontano i media – lo salutano e pregano con lui nella giornata finale dell’VIII Incontro mondiale delle famiglie. L’immagine è quella regalata dalle televisioni: un fiume umano nel Benjamin Franklin Parkway. Francesco sulla jeep bianca percorre il perimetro: i genitori gli porgono i figli e lui li bacia, li benedice, li accarezza. Le mani protese nel saluto del cuore lo accompagnano in uno sventolio di bandiere, di cartelloni, di fazzoletti colorati.
Parla alle famiglie e propone semplici gesti di tenerezza, affetto, compassione: un piatto caldo, la benedizione prima di dormire, un abbraccio. «L’attenzione ai dettagli di ogni giorno fa sì che la vita abbia sempre sapore di casa. La fede cresce quando è vissuta e plasmata dall’amore. Perciò le nostre famiglie e le nostre case sono autentiche chiese domestiche». L’arcivescovo italiano Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio della famiglia e attento regista della manifestazione, saluta e annuncia: la prossima edizione dell’Incontro mondiale si terrà nel 2018 a Dublino.
Un attento osservatore come Andrea Tornielli, inviato de «La Stampa», scrive: «Quanti riducono la fede a ideologia, a sinistra come a destra, faticano ad “afferrare” Francesco perché non riescono a inserirlo nei propri schemi precostituiti. Invece di partire dalla realtà, la interpretano con le lenti fuorvianti della semplificazione. Come spesso accade, ci sono stati due viaggi. Quello che hanno voluto vedere alcuni circoli mediatici e intellettuali e quello della gente. Tanta gente, che si è riversata nelle strade e si è entusiasmata. Francesco sa di vivere in un tempo in cui la lamentazione, il richiamo nostalgico al passato, i proclami e le contrapposizioni servono soltanto a esaltare i propri seguaci. Non raggiungono il cuore dei tanti “feriti” del nostro tempo, cioè non evangelizzano».
Pier Giuseppe Accornero