CASALE (I.M.) – I rubinetti di mezza Italia sono a secco, Roma in primis. Ma se nella Città Eterna si parla di razionare l’acqua per il calo vertiginoso del livello del lago di Bracciano, sui colli del Monferrato, questa situazione pare essere lontana. “Allo stato non corriamo questo rischio – spiega il presidente del Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato, Aldo Quilico – i nostri pozzi pescano ad una falda che è a circa 170-200 metri di profondità, pertanto non lamentiamo questa criticità, anche se l’acqua non deve essere mai sprecata”.
Il rischio di interruzioni, però, potrebbe esserci ma in un caso specifico, ossia che si verifichino delle rotture nella rete di adduzione. “Certamente il consumo di acqua in questo periodo cresce – dice ancora il presidente – pertanto la rete dell’acquedotto potrebbe subire delle rotture che lascerebbero gli utenti senza l’erogazione del servizio, ma in ogni caso, a seconda del guasto, saremmo in grado di intervenire e di risolvere l’erogazione in un tempo limitato”.
La rete dell’Acquedotto, che appartiene all’Ato 5 – Autorità d’ambito Astigiano – Monferrato, serve 44 Comuni in Provincia di Alessandria, 50 in provincia di Asti e 7 nella Città Metropolitana di Torino, con una lunghezza di tubazioni che si snoda per duemilacento chilometri, ai quali si aggiungono milletrecento di fognature.
Si tratta di un circuito che necessita di interventi e la programmazione, in questo senso non manca.
“Di qui al 2030 il Piano di investimenti che è stato approvato dall’assemblea – aggiunge Quilico – prevede interventi per 85 milioni di euro, con necessità di ammodernamenti. Attualmente stiamo lavorando in dieci comuni con progetti sulle reti di grande e media adduzione, senza dimenticare che ci sono centinaia di chilometri di rete da sistemare. Dal 2003, anno in cui abbiamo preso possesso della rete, sino al 2012 sono stati spesi oltre 80 milioni, ad oggi abbiamo superato i cento”. e forse sarà anche per questo che il Monferrato Casalese, l’Astigiano e una parte del Torinese non soffrono come avviene in altre zone d’Italia, nonostante di pioggia se ne sia vista poca anche da queste parti.
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