GABIANO – Il rombo del motore della sua auto, quella su cui lui più volte era salito come navigatore per disputare diversi rally, quella su cui vetro laterale posteriore c’era la scritta “Zanotti”. Così gli amici di sempre hanno voluto tributare l’ultimo saluto a Federico Zanotti, 24 anni, scomparso improvvisamente sabato nel tardo pomeriggio. Centinaia di persone hanno partecipato alle esequie del giovane, celebrate nella chiesa di sant’Eusebio di Varengo dal parroco don Luigi Calvo con don Desirèe Azogou oltre al diacono Giuseppe Camagna. La cerimonia solenne è stata accompagnata dai canti della corale diretta dal Brunetto Bongiovanni. “Un ragazzo buono, umile, che ha sempre messo davanti gli altri. Che non si vergognava di partecipare alla vita di questa Chiesa – l’ha ricordato con profonda commozione don Luigi durante l’omelia – come organista, come coadiutore, nella lettura della scritture. Non ha mai fatto mancare il suo aiuto durante le celebrazioni e durante le iniziative della parrocchia. Quando è stato assunto dalla ditta – ha concluso il parroco – ha donato parte del suo primo stipendio per i lavori di restauro di questa chiesa che lui tanto amava”. “Eri un ragazzo umile, educato ubbidiente, capace, forte e determinato – lo ha ricordato Riccardo Bonando, leggendo la lettera del presidente della squadra di Gabiano di Tamburello, Mario Richetta – il ragazzo che tutti i genitori avrebbero voluto avere come figlio. Come giocatore eri la stessa cosa. Noi Federico continueremo a giocare anche per te, così come facciamo per i tanti sportivi gabianesi e non che hanno amato questo sport e che non ci sono più”. “A 24 anni nessuno dovrebbe andarsene – era scritto nella lettera letta dagli amici, la più commovente – la verità è che chi di noi, di fronta a un prato pieno di fiori, ne sceglierebbe uno appassito o con il fusto spinoso da portare nel suo vaso di casa? Sicuramente anche stavolta la scelta di Dio è ricaduta sul fiore più bello, dolce, solare e, allo stesso tempo, silenzioso e umile. Uno dei tuoi aspetti migliori era la concretezza: preferivi essere utile piuttosto che al centro dell’attenzione. Abbiamo imparato a conoscerti meglio negli ambienti dell’oratorio, dove sei diventato il primo vero tecnico audio e l’arbitro imparziale di ogni gioco. Tanto per cambiare i lavori meno gratificanti, ma indispensabili. Qualità che non erano sfuggite ai tuoi datori di lavoro, che ti avevano subito assunto dopo lo stage – hanno concluso gli amici – Quanto orgoglio e quanta passione lasciavi trapelare, senza però ostentare la fortuna di cui eri consapevole, nell’avere un posto di lavoro tanto ambito, quanto difficile da ottenere”. Centinaia di auto hanno parcheggiate ovunque hanno letteralmente “intasato” il piccolo paese monferrino, tanto da rendere necessario l’intervento dei carabinieri di Gabiano, della polizia locale dell’Unione Collinare e del gruppo di Protezione Civile della Valcerrina Aib. In prima fila i familiari del giovane e subito dietro gli amici dell’oratorio, i compagni di squadra del tamburello vestiti con la divisa sociale di colore verde e gli amici del rally. Erano presenti anche il presidente delle Officine Meccaniche Cerutti, Giancarlo Cerutti, datore di lavoro del padre del giovane Federico, il sindaco di Gabiano Mario Tribocco, il presidente della Fipt Mimmo Basso, il consigliere provinciale della Fipt di Alessandria Mauro Bellero, una delegazione dell’associazione arbitri della Fipt di Asti, numerosi giocatori di varie formazioni di tamburello della provincia di Asti e di Alessandria, tra cui anche il mitico Aldo Marello “Cerot”. Non sono mancati anche i dirigenti ed i colleghi dell’Audi Zentrum di Alessandria, dove il giovane lavorava da diversi anni come meccanico. Al termine della funzione religiosa, il parroco don Luigi Calvo, ha letto una missiva del Vescovo Alceste Catella alla famiglia del defunto e successivamente don Desirèe ha voluto ricordare Federico, animatore presso l’oratorio di Cerrina. All’uscita della bara dalla chiesa, portata a spalle dal fratello Luca, dal cugino Raffaele Mazzola, e dagli amici e compagni di squadra, è stata riposta la maglia del Gabiano, il tamburello da gioco, una sciarpa, la tuta da rally e un modellino di Audi A3.
Dario Calemme
Pier Carlo Cavallo