Fino agli anni Quaranta le copertine dei dischi erano tutte uguali tra loro, per cui i vinili venivano venduti in anonimi involucri marroni. Nel 1939 il graphic designer statunitense Alex Steinweiss, quando aveva solo 22 anni, venne assunto dalla Columbia Records a cui propose di disegnare, appunto, le copertine dei dischi da essa prodotti. Ebbe la brillante idea di creare delle cover artistiche e fu proprio lui l’inventore delle moderne copertine dei dischi. Voleva che le persone ascoltassero la musica guardando anche le copertine illustrate. La sua idea ebbe un enorme successo e in pochi mesi la Columbia incrementò le vendite. La prima copertina fu di un disco Rodgers & Hart del 1940 “Smash Song Hits”. Da allora diverse cover appartengono non solo alla storia della musica, ma perfino a quella dell’arte, entrate a pieno titolo nell’immaginario collettivo che le ha rese simboli e metafore di stile, la cui bellezza, spesso, va di pari passo con il valore che il prodotto musicale che accompagnano. Tante che hanno fatto la storia del costume e non hanno nulla da invidiare a opere d’arte esposte nei musei. La storia di grandi artisti musicali si è intrecciata a quella di importanti e famosi pittori, fotografi, designer. Dischi d’esordio che la copertina ha contribuito a decretarne il successo. Una delle maggiori agenzie produttrici di copertine fu lo studio Hipgnosis di Londra, con artwork spesso simboliche, surreali, un vero e proprio laboratorio di idee. Immagini iconiche che gli stessi musicisti hanno poi mantenuto, identificandosi nelle medesime.
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