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FIMMG PIEMONTE: ADESSO BASTA, LA REGIONE INVERTA LA ROTTA O LA MEDICINA GENERALE ANDRÀ AL COLLASSO

Redazione di Redazione
12 Novembre 2020
in Casale, Cittadina, Cronaca, Cronaca Monferrina
Coronavirus: eseguiti 785 tamponi negli hotspot scolastici
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La FIMMG del Piemonte si fa interprete dell’indignazione espressa da tutta la categoria dei Medici di Medicina Generale, dopo le affermazioni dell’Assessore Icardi che ieri 6 novembre ha riversato la responsabilità dei gravi disagi legati al mancato approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali sui Medici di Famiglia; medici che dovranno gestire le conseguenze di un’ulteriore inefficienza del sistema dovendo riorganizzare i calendari per gli accessi in sicurezza dei propri assistiti, con ulteriore frustrazione dei medici e rabbia dei cittadini.

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Ma questa è solo l’ultima delle gravi carenze strutturali che stanno rendendo insostenibile il nostro lavoro di ogni giorno. La Medicina Generale, unico servizio del territorio che non ha mai chiuso né riconvertito la propria attività garantendo l’assistenza a trecentosessanta gradi nonostante la grave crisi sanitaria, è prossima al collasso per il carico estenuante di compiti non dovuti, di cui altri avrebbero dovuto occuparsi.

È sotto gli occhi di tutti l’inefficienza dei SISP, cui la legge assegna tutte le funzioni di sorveglianza, di tracciamento dei contatti, di gestione tempestiva dei tamponi dalla prenotazione alla verifica degli esiti, nonché la necessaria disposizione dei provvedimenti di quarantena, funzioni svolte con ritardi tali da lasciare gli assistiti in attesa di risposte che sembrano non arrivare mai.

I Medici di Medicina Generale, per dare supporto ai propri pazienti abbandonati da un sistema che non regge, stanno facendo ben oltre il proprio dovere, richiedendo direttamente i tamponi, isolando i contatti, prenotando direttamente i test per la guarigione dei pazienti ormai asintomatici che diversamente resterebbero abbandonati nel loro isolamento senza fine, certificando una guarigione e un rientro in comunità che solo il SISP, se solo lo facesse, potrebbe decretare.

Ne consegue un carico lavorativo immenso per la gestione di un sistema del tutto inefficiente, con una piattaforma informatica che nelle intenzioni avrebbe dovuto snellire il lavoro, ma che nella realtà drammaticamente lo amplifica, poiché costellata di bug, rallentamenti, aggiornamenti che invece che migliorare la fruibilità la peggiorano, priva di automatismi che semplificherebbero ogni funzione, piattaforma su cui il medico per tutto l’arco della giornata tenta disperatamente di caricare dati, modificare anagrafiche obsolete, inserire sintomi già inseriti tre volte, prenotare tamponi su agende già esaurite, verificare uno per uno gli esiti dei tamponi in assenza di notifiche per quelli negativi, e poi di nuovo, da capo, per il paziente successivo, dal mattino alla sera, dal lunedì alla domenica.

Nel contempo la Medicina Generale sta portando avanti la più massiccia campagna antinfluenzale mai vista prima, sta seguendo attraverso gli strumenti dell’ADI Covid e delle USCA anche migliaia di pazienti a domicilio. Di fronte a tale realtà non resta più spazio per il principale compito della medicina generale, e cioè garantire una assistenza clinica ad una popolazione anziana e fragile, le cui patologie croniche e oncologiche non sono miracolosamente guarite di fronte al Covid ma che richiedono quotidiano ascolto e cura.

Siamo prossimi al collasso: quanto potremo reggere ancora a questi ritmi? Siamo pronti, da sempre, a fare i Medici assumendoci il ruolo clinico che ci è proprio, ma la Regione deve invertire la rotta e l’Assessore pretendere che le nostre richieste vengano soddisfatte dai Servizi di Igiene Pubblica, dal CSI e dai Laboratori, i veri ostacoli oggi ad una gestione efficace dell’emergenza che ancora non ha strabordato dagli argini del territorio solo grazie alla nostra azione vicariante.

Non sono arrivati gli stanziamenti per il personale e per la piccola tecnologia già richiesti durante la prima ondata, nessuna traccia concreta del tanto sbandierato potenziamento della medicina territoriale, a fatica arrivano supporti indispensabili come i DPI. Alla luce di ciò non solo ci aspettiamo una totale e completa revisione delle parole dell’Assessore Icardi, ma anche la solidarietà per una categoria lasciata sola nella bufera.

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