CASALE – Jacopo Mongiò di Casale Monferrato, 31 anni, vincitore della tappa di Vercelli, è uno dei semifinalisti di Incipit Offresi. Dopo 19 tappe in 6 regioni – Piemonte, Valle d’Aosta, Umbria, Liguria, Campania, Lazio – continua la sfida a colpi di Incipit con le due semifinali tra 20 concorrenti in programma venerdì 17 maggio al Circolo dei Lettori di Torino e sabato 18 maggio alla Biblioteca Archimede di Settimo Torinese (TO).
Presentano l’appuntamento Chiara Pacilli, giornalista e conduttrice tv e Massimo Pica, l’attore comico del Quartetto C’era, accompagnati dalle musiche di Enrico Messina e dall’arpa di Elisa Tizian.
Incipit Offresi è il primo talent letterario itinerante dedicato agli aspiranti scrittori, ideato e promosso dalla Fondazione ECM – Biblioteca Civica Multimediale di Settimo Torinese. Incipit Offresi è un vero e proprio talent della scrittura, lo spazio dove tutti gli aspiranti scrittori possono presentare la propria idea di libro. In 8 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 60 nuovi autori, pubblicato 70 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali.
Incipit Offresi è un’occasione innovativa per diventare scrittori e promuovere la lettura e la scrittura, una scommessa basata su poche righe, un investimento sulle potenzialità dell’autore. Un’opportunità per gli aspiranti scrittori di incontrare e dialogare direttamente con gli editori coinvolti nelle varie fasi del progetto, farsi conoscere e raccontare la propria idea di libro.
Incipit Offresi è un’iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e la collaborazione di Emons Edizioni, Fondazione Circolo dei lettori, Pagina 37 e FUIS – Federazione Unitario Italiana Scrittori.
L’INCIPIT DI JACOPO MONGIÒ
Lancaster City è silenziosa, questa notte. Fuori dalla finestra della sala interrogatori grossi fiocchi di neve danzano un lento valzer sulla pista da ballo creata dalla luce intermittente dei lampioni, e abbracciati finiscono per posarsi dolcemente sul davanzale, unendosi alla crescente pila di resti di coloro che li han preceduti. La mia città pare proprio una sposa, di quelle che la sera prima delle nozze si perdono nel riflesso cinto di bianco che fa capolino dallo specchio. Dall’altra parte del tavolo due occhi ambrati sono fissi su di me: hanno la stessa sfumatura di quel bicchiere di Bourbon che bramo da tre ore. Deglutisco, la gola riarsa. Scrollare il sigaro nel posacenere strapieno nasconde l’irrequietezza delle mie dita. Il fiato della vecchia si condensa tra noi, e sotto i baffi ringrazio i miei chili di troppo. – Per l’ultima volta, signora Demboury. – ricomincio, picchiettando col dito sulle foto del cadavere del fu conte Demboury. – Signorina, prego. – risponde gelida.