VILLANOVA – Un Auditorium San Michele sospeso tra ossessioni ritmiche, psichedelia, visuals e colori ha ospitato a Viallanova Monferrato sabato scorso 2 dicembre la quarta edizione di Bruit, il festival della musica elettronica/avant-garde ideato e diretto da Andrea Prevignano e realizzato con il patrocinio del Comune di Villanova Monferrato e la collaborazione delle associazioni Vitamina T e Villaviva. Se il titolo della serata “La tirannia del beat” suggeriva l’importanza dell’elemento percussivo all’interno delle performances proposte, il pubblico presente in sala ha avuto l’occasione di partecipare ad una esperienza immersiva ricca di suggestioni sonore e visive. A preparare il terreno uditivo alle successive esibizioni live, è stata la diffusione delle ritmiche magnetiche di Dope In The Pig Bags, alias rumoroso e minimale di Andrea Prevignano, che hanno introdotto gli spettatori all’ascolto dal vivo di tre realtà del catalogo dell’etichetta digitale Asbestos Digit: Sangha, Leather Parisi e Lucy Mina.
Da sempre curioso e avido sperimentatore di nuove forme espressive, Fabio Fazzi con il suo progetto Sangha si è messo nuovamente alla prova, portando in scena la raffinatezza misurata dei suoi droni lunatici. Le ritmiche più “quadrate” imposte dal tema dominante della serata, non hanno snaturato l’impronta mistica del progetto, che non rinuncia mai ad una certa grazia volutamente distorta e mai convenzionale.
Con Leather Parisi, ospite della serata, il beat diventa dominante e le ritmiche ossessive, quasi tribali, trascinano il pubblico in un viaggio sotterraneo che alterna techno e incursioni industrial accompagnate da immagini che raccontano il suo percorso sonoro, riuscendo a padroneggiare il linguaggio del rumore e a sedurre il pubblico più incline al movimento.
La chiusura delle esibizioni è stata quindi affidata a Lucy Mina, progetto musicale di Lorenzo Ferraris già noto al pubblico casalese più attento. Fedele ad una intrinseca natura che attinge dal noise e conserva il suo legame con elementi tipicamente rock, Lucy Mina rompe le atmosfere oniriche e la trance dei momenti precedenti con le sue distorsioni abrasive, dense di riverberi e di feedbacks, mentre la componente psichedelica della sua performance è affidata a contenuti visuals caratterizzati dall’ampio utilizzo del colore e dell’impulso.
Giunto alla sua quarta edizione, il minifestival Bruit è dunque riuscito ancora una volta a rinnovarsi nell’offerta musicale e nei contenuti, grazie alla presenza di protagonisti e progetti capaci offrire una proposta artistica accattivante, in grado di raggiungere anche un pubblico meno avvezzo a questo genere di ascolto: uno spettacolo ricco e variegato che sicuramente avrebbe meritato una partecipazione più numerosa.
L’Associazione Vitamina T, che ha prestato il supporto tecnico e organizzativo alla realizzazione della serata, ha espresso soddisfazione per la qualità dei contenuti, la resa scenica e la partecipazione sentita del pubblico presente in sala, seppure non numeroso, e si è detta fiduciosa nella possibilità di rinnovare collaborazioni fattive, con l’auspicio che l’incontro con la sperimentazione e con progetti musicali originali, che offrono soluzioni artistiche non convenzionali e che faticano a trovare la giusta visibilità, possa diventare un appuntamento fisso e riconoscibile nel panorama dell’offerta musicale del territorio.