E’ ormai evidente il fallimento della Comunità Europea. Nata dalla lungimiranza di statisti illuminati, Alcide Degasperi, Konrad Adenauer, Robert Shumann, di profonda fede cristiana e democratica, che sognarono di costruire dalle macerie della guerra una pace duratura fondata sui valori e sulla partecipazione, per un continente di seicento milioni di abitanti, la Comunità negli ultimi venticinque anni è diventata ostaggio di burocrati, banchieri e mercanti e gli Stati ex comunisti che vi sono entrati dopo la caduta del muro di Berlino (Polonia, Ungheria, Cekia e Slovacchia), aiutati a miliardi di euro, si sono chiusi nel più gretto nazionalismo populistico e sono stati i primi a innalzare i muri.
L’Inghilterra ogni qualche anno minaccia di uscire, cosa impossibile dato che non ci è mai entrata. Con il suo storico “splendido isolamento” sta sulla porta per avere i vantaggi ma non paga dazio in nessun modo.
La crisi umanitaria dei profughi dalla Siria e da altri paesi, per sfuggire a guerre, fame e terrorismo dell’Isis ha fatto esplodere le contraddizioni della vecchia Europa, ormai incapace di qualsivoglia decisione che chiude le frontiere e innalza muri. In questa gretta e miope mancanza di politica, l’Europa sta praticando il proprio suicidio assistito, ormai in fase terminale. Un’Europa che non decide anzi, quando decide le sanzioni alla Russia per la questione dell’Ucraina riesce addirittura a fare solo il male a sé stessa.
Grecia e Italia, porto di sbarco a milioni di profughi, sono abbandonati dalla Comunità Europea, che magari propone i due Paesi di confine per il Nobel della Pace.
Bella presa in giro.
p.b.