CASALE – Sentenza di non luogo a procedere per il 48enne casalese Andrea Castellani, meglio conosciuto come ANDREA della famiglia e discendenza CASTELLANI, o Castellani Andrea a “lettere alternate” (in un’ora di udienza non si è capito come si chiama o come preferisca farsi chiamare), querelato nel 2014 dall’ex moglie per ingiurie e minacce.
Il processo è stato interrotto poiché il primo reato è stato depenalizzato e per il secondo Cinzia Barbesino, l’ex coniuge sposata nel 1998, ha ritirato la querela.
La querelle era iniziata diverse udienze preliminari fa, ma a salire all’onore delle cronache fu quella del 26 gennaio scorso, quando Castellani comunicò al Giudice di Pace Gabriella Falda, la volontà di ritirare il mandato al proprio avvocato ed essendo “sovrano e soggetto di diritto internazionale” e “legale rappresentante di se stesso”, non riconosceva l’autorità giudiziaria italiana.
Frasi almeno apparentemente deliranti che costrinsero il Pm onorario Franca Antenucci a chiedere l’intervento della Polizia Locale. A far slittare l’udienza fu la volontà di Castellani di volersi difendere da solo, circostanza non prevista dal codice penale italiano, ma che sarebbe garantita (a dir suo) dal One People’s Public Trust (?!?), una sorta di documento che trova ispirazione da una (delirante) rilettura della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, secondo la quale i cittadini che sottoscrivono il “living trust” (che si tratterebbe di un’affiliazione a questo “movimento”) non sono più soggetti all’autorità degli Stati.
Anche l’udienza di martedì, presidiata dai Carabinieri (non si sa mai!), ha rischiato di degenerare nuovamente, e soltanto l’intelligenza ed il buon senso del Giudice Falda, ha evitato che la cosa si prolungasse. Infatti Castellani non voleva farsi difendere d’ufficio dal malcapitato avvocato Nescis, considerato “incompetente” dall’imputato perché non dotto sui diversi (ed inesistenti) “codici internazionali” o sulle disposizioni del “Security Exchange Commission” (che in questo caso comunque non c’entrerebbe nulla perché è la Commissione Federale degli Stati Uniti che vigila sulla Borsa).
Così tra riferimenti ad articoli, gettati li a caso, faldoni di documenti e copie di autocertificazioni prodotte, il Giudice Falda è riuscita a chiudere l’udienza nonostante il colpo di scena finale: «non accetto la remissione di querela, se sul verbale il mio nome non viene scritto “Andrea Castellani, legale rappresentante di Castellani Andrea, scritto alternato (?!?)”. Subito accontentato.