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La mummia da salvare svela i suoi segreti

Malgora: "Le mummie sono ricchissime di informazioni, che soddisfano sia l'egittologia sia la medicina ed in particolare la paleopatologia"

Redazione di Redazione
24 Giugno 2021
in Cittadina, Prima Pagina
La mummia da salvare svela i suoi segreti
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Lavoro di squadra per la mummia egizia del Museo Civico Archeologico di Bergamo che è stata sottoposta a TAC, tomografia computerizzata presso il Policlinico di Milano, lunedì 21 giugno. Nel giorno dell’equinozio d’estate la mummia ha iniziato a rivelare i suoi primi segreti. Le prime osservazioni sembrano suggerire che si tratti di un uomo, come riferisce il nome Akhetkhonsu, il cui significato è “è vivo il dio Khonsu”, scritto più volte sul sarcofago che risale alla 22° Dinastia (900- 800 A.C.) con cui la mummia è arrivata a Bergamo nel 1885. Sicuramente appartiene al ceto elevato della società, poiché la mummificazione era un processo costoso e non accessibile a tutti. L’analisi della TAC permetterà di stendere un profilo completo dell’individuo, la sua età, la sua statura, ed eventuali lesioni subite. Si ipotizza che la mummia è stata disturbata per rubare gioielli e amuleti in età antica. Le immagini 3D restituite dalla Tac sono di grande impatto, perché permettono di visualizzare tutto ciò che è celato all’interno delle bende.
Ma è davvero il sacerdote come scritto sul sarcofago? Questo sarà stabilito con le analisi chimiche e fisiche che si andranno ad effettuare unitamente ad approfondite analisi antropologiche. Abbiamo fatto il primo passo del progetto “Una mummia da salvare” – spiega Dott.ssa Sabina Malgora, Direttore del Mummy Project – che prevede uno studio accurato per raccontare la vita e la morte dell’individuo mummificato ed il restauro in vista dell’esposizione. L’ÉQUIPE CHE HA EFFETTUATO LA TAC È costituita dal team del Mummy Project, tra cui Chantal Milani, antropologa e odontologa forense, già ufficiale del RIS di Roma, Francesca Motta, osteoarcheologa e dal team di Radiologia del Policlinico di Milano diretto dal Prof. Gianpaolo Carrafiello. Il tutto con la collaborazione del Prof. Luca Bernardo, Direttore della Casa Pediatrica del Fatebenefratelli. I prelievi per le analisi chimiche e fisiche sono effettuati in collaborazione con il Prof. Luigi Bonizzi, il Prof. Alessio Soggiu, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche, Università di Milano, e con il Dr. Marco Nicola, Dottore di ricerca del Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Torino, e direttore di Adamantio srl, Science in Conservation.
Perché è importante studiare le mummie oggi? “Le mummie sono ricchissime di informazioni, che soddisfano sia l’egittologia sia la medicina ed in particolare la paleopatologia – spiega Sabina Malgora.
La paleopatologia è la scienza che studia le malattie nell’antichità, la loro origine ed il loro sviluppo, considerando anche l’ambiente in cui le società antiche sono vissute. Le informazioni che si raccolgono sono utili alle moderne ricerche mediche, dall’arteriosclerosi al cancro, per poter trovare cure e prevenire il loro insorgere.Lo stesso vale per le pandemie!
Ecco perché oggi è importante studiare le mummie: per aiutare la ricerca medica nel trovare cure e sviluppare prevenzione. In passato, non tanto lontano, gli egittologi erano più interessati ai reperti archeologici che non alle mummie, oggi invece ne hanno compreso l’importanza” conclude Malgora.

IL PROGETTO “UNA MUMMIA DA SALVARE”
Concerne lo studio ed il restauro della mummia contenuta nel sarcofago di Akhetkhonsu, con analisi radiologiche, TAC, che permettono di avere immagini in 3D, analisi chimiche e fisiche.
Le indagini sono volte al recupero di dati per ricostruirne la storia e l’identità, ma anche informazioni sulle tecniche di mummificazione e sulle malattie antiche (paleopatologia), molto utili alla moderna ricerca medica.
Si prevede anche la ricostruzione forense del volto, che restituir. alla mummia le sue sembianze permettendo a tutti, studiosi ed appassionati, di vederne la fisionomia.
Dopo le analisi, in autunno sarà effettuato il restauro, per garantire alla mummia la sua eternità e per poterla esporre nel nuovo Museo Archeologico di Bergamo.
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Comunità Bergamasca, da GP Batteries International, leader nella produzione di batterie tradizionali, ricaricabili e powerbank (www.gpbatteries.com) e BPS srl, Consulenza e Servizi per l’Ambiente (www.bpssrl.it), l’Agenzia Funebre Regazzi di Calusco D’Adda (BG) che ha curato il trasporto, dal Rotary Club di Bergamo che sosterrà il restauro. Molto c’è ancora da fare e tutte le future partnership sono gradite.

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