Riceviamo e pubblichiamo:
«Una nottata terribile, passata a casa con dolori addominali insopportabili. Non si può chiamare l’ambulanza e distogliere il servizio a chi sta peggio di noi! Facciamo passare la notte e vediamo. Arriva la mattina, giunge a casa il medico, mi visita e prescrive il medicinale adatto a lenire il dolore. Niente, dolori sempre più forti, che fare?. Andiamo al pronto soccorso dell’ospedale di Casale Monferrato, per forza, anche se leggiamo e si sentono in giro sempre e solo lamentele.
Meraviglia, scendo dalla macchina, con cui mi hanno accompagnato e sono immediatamente accolto all’interno dal personale sanitario. Viene compilata la mia scheda informativa e misurata la pressione e la saturazione respiratoria. Stranissimo impatto , tutti gentili e disponibili. Mi chiedo “il peggio verrà dopo?”. Non passano 20 minuti e vengo accompagnato dal medico di turno. Anche in questo caso infermieri gentili e disponibili. Una prima visita e prognosi, mi fanno due flebo per lenire il dolore e decidono che avrei dovuto fare degli esami di accertamento. Radiografie e successivamente una TAC di controllo. Che succede? Dov’è il plotone di esecuzione? Nulla di tutto ciò, in tutti i reparti gentilezza, cortesia e professionalità. Vengo riaccompagnato in pronto soccorso , nuovamente visitato e fatto accomodare in una camera dove, per permettere ulteriori accertamenti, avrei dovuto passare la notte. Aiuto è la fine… Anche in questo caso camera nuova, pulitissima e confortevole. Vengo nuovamente visitato e mi spiegano una loro perplessità riscontrata dai mie valori ematici. La mattina successiva vengono ripetuti gli esami e verificati nuovamente i valori.
Due giorni passati in ospedale al pronto soccorso dove ho potuto constatare, verso di me e verso le persone presenti, grande educazione, gentilezza e sopratutto professionalità. Penso alle difficoltà che devono affrontare tuttti i giorni, all’abbigliamento che farebbe impallidire un palombaro che sono costretti ad indossare per tutto il turno e che non credo renda particolarmente tolleranti verso il prossimo e mi viene solo da dire ‘Grazie di esistere’».
Massimo Palenzona
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