CUCCARO – È Andriy Shevchenko il dodicesimo vincitore del Premio Niels Liedholm. Segue i grandi nomi del mondo calcio e non solo, parte da Carlo Ancelotti e passa da Vicente del Bosque, Michel Platini, Paolo Maldini, Roberto Donadoni, Claudio Ranieri, Vincenzo Montella, Leonardo, Sara Simeoni, Claudio Marchisio e Stefano Pioli. Il premio è stato consegnato mercoledì mattina a Villa Boemia, la tenuta del Barone a Cuccaro Monferrato, con la cerimonia diretta dal giornalista di Dazn, già a Sky, Alessandro Alciato che quest’anno ha sostituito Nicola Roggero, assente per motivi di lavoro.
La motivazione è stata: “Per i grandi risultati raggiunti nei ruoli tecnici e dirigenziali ricoperti a livello internazionale e per il contributo dato nel corso della sua lunga e importante carriera allo sviluppo di un calcio basato su grandi qualità umane oltre che tecniche”. Andriy Shevchenko è stato uno dei grandi talenti del Milan e della nazionale Ucraina che ha allenato anche come CT. Meno fortunosa, invece, la sua esperienza da mister al Genoa. Il fenomeno rossonero ha ricevuto il premio perché come tutti i suoi predecessori, ha saputo coniare il suo talento da calciatore a doti umane straordinarie. Presente alla cerimonia anche il prof. Agostino Tibaudi, il preparatore atletico monferrino di fama internazionale, oggi al Brighton con mister Roberto De Zerbi, che ha approfittato del premio per salutare il suo ex giocatore. E non è la prima volta che Tibaudi presenzia al premio, essendo amico stretto di ben otto dei dodici iscritti nell’albo d’oro. Alciato ha ripercorso la vita del talento ucraino soffermandosi sulla sua infanzia e la sua vita fuori dal campo, più che quella sul rettangolo verde “che già conosciamo tutti”. Dai primi calci al pallone, ai tornei giovanili in Italia, il dramma di Chernobyl, l’indipendenza dell’Ucraina. Eventi storici che hanno cambiato e forgiato il carattere di questo “campione sul campo e signore nella vita”.
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