CREA – Al recupero delle Cappelle del Sacro Monte di Crea è andato il ricavato della pièce, interamente in rima, con testo e regia di Luciano Nattino, “Renzo Tramaglino, sposo promesso”, proposta domenica 27 agosto, alle 17, all’VIII cappella del Sacro Monte, davanti ad un numeroso pubblico. A introdurre lo spettacolo il presidente dall’Associazione “RiCreare Crea”, Gian Paolo Bardazza.
Si tratta di una produzione del Teatro degli Acerbi, con la direzione artistica di Casa degli alfieri, pensata per rendere omaggio a Manzoni nel 150° anniversario dalla morte, collocata nel cartellone “CreArte – natura e cultura al Sacro Monte di Crea”, organizzato con il patrocinio dell’Ente di gestione dei Sacri Monti, dell’Ente Santuario Madonna di Crea e del FAI Delegazione di Casale.
Renzo, uno dei personaggi più conosciuti della letteratura italiana, ormai padre di famiglia, stupendamente interpretato da Fabio Fassio, tutti i giorni per lavoro deve passare l’Adda, il fiume amico, incontrandone la natura, gli alberi, simbolo e voce dei suoi antenati, e parla con loro. Con quel “te recorde”, che richiama il nonno, il “barba”, con una parlata ibrida di più dialetti padani, Renzo fa rivivere, con accenti ingenui e ricchi di humour, le sue disavventure, ma anche quelle di Lucia, dopo quell’imperioso divieto dei bravi alla celebrazione delle nozze. E gli episodi salienti e i personaggi ci sono proprio tutti, sempre interpretati da Fassio, come la notte della fuga dopo il matrimonio “a sorpresa”, la rivolta dei forni, il lavoro presso il cugino Bortolo nel bergamasco, la monaca di Monza, il rapimento di Lucia, il suo voto, la peste e il lieto finale dopo tante peripezie.
Al termine gradito l’intervento del rettore del Sacro Monte, mons. Francesco Mancinelli, che lodando l’iniziativa teatrale, ha ricordato quanto in atto per il recupero delle cappelle una delle quali, proprio l’VIII, quella dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine, da metà aprile, grazie ai lavori promossi dall’Associazione “RiCreare Crea” finanziati con i contributi della Fondazione CRA di Alessandria, della Consulta per la valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali dell’Alessandrino e della Fondazione CRT di Torino, ha ritrovato all’interno il suo scenografico aspetto con la rimozione, dalle statue antiche in terracotta dipinta, delle ridipinture eseguite dal Vignoli nel 1983, nei casi in cui queste si sovrapponevano a strati antichi ancora esistenti. Eretta alla fine del ‘500 dal Comune di Alessandria, la cappella presenta le statue di Gabriele, raffigurato mentre offre l’annuncio alla Vergine genuflessa su un inginocchiatoio, e quelle dei quattro Evangelisti nelle nicchie delle pareti opera di Nicola Tabachetti. Nell’ancona è rappresentata Giuditta che ha decapitato Oloferne con l’aiuto della fedele Abra. Al di sopra di questo gruppo statuario è raffigurata, in uno splendido gruppo scultoreo, la Gloria di Dio, con il Padre eterno preceduto da quattro angeli con trombe che annunciano la redenzione. Alle pareti, lo Spirito Santo in forma di colomba e due angeli e a fronte l’episodio biblico di Ester che implora da Assuero la libertà per il popolo ebraico, sono attribuiti al pennello del Fiamminghino.
Patrizia Porcellana