Notizie sull’Expo ne arrivano a quintalate, ma in maniera frammentaria e poco precisa, talvolta oserei dire inventate di sana pianta, giusto per fare scalpore e realizzare un bel titolo ad effetto con una bella fotografia che attiri l’attenzione. E’ il caso degli insetti ad uso alimentare. Ma ci torneremo sopra più avanti.
Dicevamo dell’Expo, questa sorta di “Olimpiadi del gusto” che sta calamitando l’attenzione di tutti, almeno in Italia. Da buon curioso mi sono così recato a Rho-Fiera per una prima visita dei padiglioni.
La “app” dell’Expo
Importante, per chi vuole fare un giro tra Decumano e Cardo (sono le due vie che tagliano l’esposizione universale in lungo e in largo e prendono il nome dalle strade che attraversavano gli accampamenti dell’esercito dell’antica Roma) è avere un piano strategico ben studiato. Così da evitare caos, code e il rischio di girare a vuoto alla ricerca di una toilette, di una casetta dell’acqua o del padiglione del Burundi.
L’ideale è scaricarsi la “app” dell’Expo, in modo da avere sempre sott’occhio la mappa completa di tutta la struttura, con la possibilità di segnarsi i padiglioni preferiti, conoscere l’esatte ubicazioni di bar, ristoranti, ecc…
All’interno infatti la segnaletica non è impeccabile. Per dire, le casette dell’acqua sono disseminate ovunque, ci sono 32 postazioni, ma praticamente non le vedi e non sono indicate e si finisce per comprare una bottiglietta d’acqua a 2 o 3 euro invece che bere gratis.
Partenza e arrivo
Per la visita ho scelto un lunedì, con partenza in treno da Vercelli alle 9,49 e arrivo alla nuova stazione di Rho-Fiera circa 40 minuti più tardi.
La stazione è nuovissima. Si arriva con i treni in superficie, poi si scende di sotto in uno spazio enorme ma ancora molto “work in progress”. Sono numerosi gli uffici con ancora le scrivanie e le sedie imballate e le vetrine coperte da adesivi colorati.
Mancano anche le macchinette di biglietteria automatica o perlomeno non sono per nulla visibili, ma non ci sono nemmeno i normali distributori di caffè e bevande. E anche gli uffici per acquistare un biglietto sul posto non sono indicati. Nel dubbio è meglio farsi stampare i biglietti andata e ritorno nella stazione della propria città, come ho fatto io. Tanto sono validi due mesi.
Per non parlare di uno spazio adibito a deposito bagagli, considerando che nel sotterraneo c’è anche il capolinea della linea Rossa della Metropolitana di Milano. Il che vuol dire migliaia di turisti stranieri che fanno tappa all’Expo per poi proseguire o per Milano o per altre destinazioni turistiche. Tutti o quasi con zaini, trolley e valigie che si porteranno a spasso tutto il giorno tra i padiglioni dell’Expo perché anche lì non è stata pensata un’area per il deposito bagagli.
Gli ingressi: controlli e tornelli
Dalla stazione in circa 7 minuti di camminata tranquilla si arriva al grande spiazzo alberato che ospita l’ingresso Cascina Triulza con una serie infinita di tornelli e punti d’ingresso. Personalmente sono stato fortunato ad entrare senza fare la minima coda.
All’ingresso i controlli sono identici a quelli aeroportuali: si svuotano le tasche lasciando tutto nelle apposite vaschette che passeranno sotto l’occhio attento dei raggi X, mentre voi passerete sotto il metal detector. Poi tocca al biglietto con i tornelli tipo stadio con il lettore ottico che legge il codice del tagliando (nel mio caso acquistato on line e prestampato).
Nei giorni festivi e nei week-end il rischio che questi accurati controlli causino delle lunghe attese aumenta notevolmente. Quindi meglio selezionare un giorno feriale, se è possibile.
(1) Continua