CASALE – “Niun nome si ode più spesso da’ colti viaggiatori che scorrono quella parte suprema della nostra Italia. Cominciasi da Milano, ove dipinse in più chiese … Il Caccia ha un disegno che par derivato lontanamente da scuole più antiche: ci si vede un gusto che ritrae da Raffaello, da Andrea del Sarto, dal Parmigianino, grandi artefici della bellezza ideale.
E per le sue Madonne, che si veggono in più quadrerie, parrebbe talora uscito dalla scuola or dell’uno, or dell’altro; una delle quali ne ha il real palazzo di Torino che par quasi disegnata da Andrea”. Così, alla fine dell’800, il gesuita, storico dell’arte, Luigi Lanzi introduceva la personalità di Guglielmo Caccia nella sua Storia pittorica della Italia, un ampio lavoro di ricerca sulle scuole pittoriche italiane.
Da queste pagine ha preso spunto la dottoressa Antonella Chiodo, curatrice della Fondazione Rubelli e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, da sempre studiosa della produzione artistica di Guglielmo e della figlia monaca Orsola Maddalena Caccia, per la conferenza “Il Raffaello del Monferrato. Guglielmo Caccia e il successo di un linguaggio artistico”.
La relazione è stata presentata martedì scorso nella Sala Cavalla del Seminario Vescovile, secondo appuntamento nel ciclo di incontri promossi dall’associazione Antipodes, in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Casale, dedicati appunto a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, di cui nel 2025 ricorrono i 400 anni dalla morte. Partendo da un confronto visivo tra due opere del pittore monferrino, la storica dell’arte Antonella Chiodo ha proposto un suggestivo viaggio a ritroso nella vita del Caccia alla scoperta della sua evoluzione artistica.
Nelle due opere contrapposte, l’Annunciazione di Guarene datata 1585, realizzata dal Moncalvo diciassettenne e l’Annunciazione di Montabone (paese natale dell’artista) databile 1619, è evidente la maturazione artistica dell’autore. Un arricchimento apportato dall’assimilazione della tradizione locale e dalla conoscenza di influenze esterne alla cerchia monferrina come i pittori Simone Peterzano e Bernardino Luini. Peterzano in particolare, formatosi a Venezia, che si definiva discepolo del Tiziano, ispira al Moncalvo quelle pennellate di luce che diventeranno elemento distintivo delle sue tele.
Se da un lato le prime opere nate al tempo in cui il Caccia è a bottega del maestro trinese Giovanni Francesco Biancaro, risentono ancora della pittura manierista, ricca di orpelli, di scuola Gaudenziana, l’Annunciazione di Montabone, nella sua essenzialità mostra l’artista ormai maturo che ha saputo fare proprie la tradizione precedente e le innovazioni a lui coeve giungendo ad un suo linguaggio riconoscibilissimo. Il percorso proposto da Antonella Chiodo si è concluso sull’unica opera a tema profano attualmente conosciuta del Caccia: il ciclo di Apollo e le Muse dipinto sulla volta di Palazzo Tizzoni a Vercelli.
Un ciclo raramente visitabile, ma una testimonianza imprescindibile per poter immaginare come dovesse apparire la decorazione che Caccia realizzò tra il 1605 e il 1608 insieme al pittore Federico Zuccari, a Torino, per la volta della Grande Galleria che collegava l’antico castello degli Acaja al palazzo ducale, manica purtroppo distrutta da un incendio nel 1659. Il ciclo di Palazzo Tizzoni e gli affreschi per i due chiostri di Santa Croce a Casale con le storie della vita e miracoli di san Nicola da Tolentino e del beato Giovanni Bono attestano il linguaggio artistico ormai compiuto del Moncalvo che divenuto celebre può irradiare il suo stile anche a livello regionale. Il prossimo appuntamento dei festeggiamenti per Guglielmo Caccia sarà sabato 3 maggio a Moncalvo per una giornata interamente dedicata al pittore.
L’evento avrà inizio alle ore 9.30 al Teatro civico (piazza Garibaldi) dove verrà siglato il gemellaggio tra il Comune di Montabone e il Comune di Moncalvo in cui l’artista trasferì la sua abitazione e la sua bottega risiedendo fino alla morte.
A seguire, alle ore 10 sempre in teatro, si terrà un approfondimento culturale dal titolo “Dialogo a tre voci intorno a Guglielmo Caccia” in cui la dottoressa Alice Raviola Blythe (professoressa di storia moderna presso l’Università degli Studi di Milano),il dottor Massimiliano Caldera (funzionario presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo) e il dottor Fulvio Cervini (professore di storia dell’arte medievale presso l’Università degli Studi di Firenze) proporranno una conferenza a tre voci volta a presentare l’operato del Caccia in relazione al contesto storico, artistico e culturale del Monferrato a cavallo tra Cinque e Seicento.
Alle 13 sarà possibile, previa prenotazione entro il 30 aprile al numero 347.5493705, pranzare all’oratorio di Moncalvo con menù fisso composto da: battuta di carne cruda, uova ripiene pasquali, torta pasqualina, risotto primavera, rolatine saporite di coppa con contorno, panna cotta, acqua e caffè (25€ a persona). Infine, nel pomeriggio, dalle 16 alle 18, sarà possibile visitare la chiesa parrocchiale di San Francesco, la chiesa di Sant’Antonio e il Santuario Madre Teresa di Calcutta che saranno aperte e illustrate dalle volontarie del gruppo “Guglielmo e Orsola Caccia”.
Elisa Massa