TORINO (15.55) – Se per i fatti antecedenti agli anni Sessanta la Terza sezione penale della Corte d’Appello ha assolto i due imputati per prescrizione del reato, sono state riconosciute le vittime di Bagnoli (Napoli), escluse dal primo grado. Vittime che hanno fatto lievitare la sentenza di condanna dello svizzero Schmidheiny condannato a 18 anni di reclusione ed all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, invece dei 16 inflitti dal Giudice Casalbore. Riconosciuto anche in Appello il reato di disastro doloso permanente, per il quale Schmidheiny dovrà risarcire il Comune di Casale per 31 milioni di euro di risarcimento (erano 25 in primo grado). Esclusi dai risarcimenti l’Inps e l’Inail, mentre sono stati confermate le richieste di Regione Piemonte e Provincia di Alessandria. Assolto per “non aver commesso il fatto” per quanto accaduto prima del ’66 e sugli stabilimenti di Rubiera, poiché non sottoposti al controllo diretto dell’imputato svizzero.
Ricostruire esattamente il dispositivo in diretta non è semplice, considerata la complessità del processo. Per una maggiore precisione bisognerà attendere la copia del dispositivo e per capire il perché delle parziali riforme sarà necessario attendere le motivazioni della sentenza.
“La riconferma della sentenza esemplare di primo grado, rende giustizia ai cittadini di Casale e del territorio – sono le parole a caldo del Sidnaco Giorgio Demezzi –. In generale i Comuni sono stati privilegiati nel riconoscimento delle provvisionali, e soprattutto nel comune di Casale sono stati riconosciuti 31 mln, anziché i 25 del primo grado. Bisogna che questi soldi però ora vengano messi a disposizione della Città e dei Comuni per poter continuare e concludere l’attività di bonifica. Bisogna che lo Stato intervenga e che Schmidheiny, magari se fosse colpito da un mandato di cattura internazionale, sia stimolato a risarcire le parti civili. Per quanto riguarda le assoluzioni e le parziali riforme è meglio attendere un esame più dettagliato del dispositivo”.
Alle 16.43 si è conclusa la lettura del dispositivo.
Dario Calemme / Christian Pravatà inviati a Torino